Via Principe Umberto, 55
Arrivando ad Este, la maestosa cupola della Basilica di Santa Maria delle Grazie è senza dubbio il primo elemento che attira l’attenzione del visitatore, insieme alle torri del Castello Carrarese. Simbolo per eccellenza della cittadina euganea, la basilica racchiude in sé oltre cinquecento anni di storia. Il valoroso condottiero Taddeo d’Este (1384-1448), figlio di Azzo X d’Este, nel suo primo testamento del 1434, stabilì una rendita per la chiesa di San Francesco e una consistente donazione all’Ordine Domenicano per la costruzione di un convento e di una chiesa dedicata alla Santa Maria Vergine, ispirata all’Abbazia di Carceri. Dopo la morte di Taddeo, il progetto della chiesa venne avviato dalla Repubblica di Venezia, poiché suo figlio morì prematuramente, impedendo così l’adempimento della volontà paterna. La chiesa fu consacrata nel 1479, assumendo il titolo di Santa Maria delle Grazie in onore della miracolosa tavola bizantina che vi fu collocata. L’impianto architettonico originario rimase intatto per circa due secoli, ma nel tempo gli interni subivano modifiche nei decorazioni e arredi sacri. Nel Seicento, l’abside venne ampliata per garantire una migliore visibilità dell'icona, e fu realizzato un nuovo coro ligneo in noce massiccio finemente decorato. Furono inoltre aggiunte due cappelle laterali nella parete sud della navata. Nonostante questi interventi, la chiesa risultava ancora troppo piccola, quindi i Padri Domenicani decisero di costruire una nuova chiesa, che fu completamente riedificata a partire dal 1717 (campanile e cupola risalgono al XIX secolo). Oggi, la Basilica di Santa Maria delle Grazie ospita sei altari distribuiti in altrettante cappelle. Il soffitto, affrescato con figure angeliche e motivi floreali, è illuminato dalle vetrate colorate, creando affascinanti giochi di luce. Al suo interno si possono ammirare numerose opere pittoriche e scultoree di grande pregio, tra cui la Pala di San Domenico di Antonio Zanchi, una croce lignea dell’Angelo con il rotolo della Scrittura e l’altare in marmo policromo del Santissimo Sacramento. Tuttavia, l’opera più significativa, da cui la chiesa prende il nome, è l’Icona di Santa Maria delle Grazie. Questa tavola di origine cretese, portata da Costantinopoli e donata ai Domenicani, rappresenta la Madonna con bambino in stile bizantino, nell’atto di indicare il Figlio con la mano destra, simbolo di guida per i fedeli. Conosciuta anche come Odighitria (“Colei che indica la via”), l’icona è stata oggetto di devozione secolare da parte di pellegrini, che la veneravano chiedendo salvezza da malattie e calamità naturali. Nel corso dei secoli, l’immagine è stata arricchita da corone e gioielli donati dai fedeli “per grazia ricevuta”.