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Arco del Falconetto

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Arco del Falconetto

Monumento rinascimentale

Arco del Falconetto

Via Cappuccini, 11

L’Arco del Falconetto è un imponente portale in pietra che si erge all’ingresso di Villa Benvenuti, in via Cappuccini a Este. Situato lungo il perimetro esterno della cortina muraria del Castello Carrarese, in direzione ovest, il monumento si trova all’altezza dell’antico viottolo che sale verso la collina. Questo straordinario arco funge da ingresso al grande parco della Villa Benvenuti, dimora costruita nell’Ottocento. L’Arco, probabilmente realizzato intorno al 1525, è attribuito al celebre architetto veronese Giovanni Maria Falconetto (1468 - 1540), che in quegli anni era molto attivo a Padova. Il terreno su cui sorgeva il monumento apparteneva al ricco veneziano Alvise Cornaro, noto per aver fondato uno dei circoli culturali più vivaci di Padova, frequentato da artisti di primo piano, tra cui Falconetto stesso e il commediografo Angelo Beolco, noto come “il Ruzante”. Nel suo Trattato di vita sobria, Cornaro descrive il luogo come «il più bel sito dei Colli». Questo testo ci rivela che Cornaro soggiornava a Este due volte all’anno, in primavera e in autunno, per godere dei frutti della campagna, della caccia e dell’ambiente sereno. Proprio in questo luogo, a pochi passi dal castello trecentesco, Cornaro decise di acquistare un terreno per costruire la sua villa di campagna, dotata di un ampio “amenissimo giardino” ricco di piante da frutto e pregiati vitigni. All’interno di questa proprietà fece erigere l’Arco, la cui funzione rimane ancora oggetto di studio: si ipotizza che fosse stato concepito come un elemento decorativo del parco, ma anche come fondale di un teatro all’aperto. È infatti documentata la presenza di Ruzante a Este nel periodo in cui l’arco fu costruito, suggerendo che probabilmente l’autore di commedie intrattenesse il suo amico e gli ospiti con vivaci rappresentazioni teatrali in dialetto padovano. L’Arco del Falconetto si ispira alle forme del celebre Arco di Giano Quadrifronte, che Falconetto aveva visto durante il suo soggiorno a Roma e che riprodusse in un dipinto all’interno di Palazzo d’Arco a Mantova. Realizzato in pietra di Nanto, una roccia sedimentaria tenera e facilmente soggetta a erosione, l’arco ha subito danni nel corso dei secoli a causa degli agenti atmosferici. Tuttavia, restano ben visibili le due figure alate ai lati del mascherone, che funge da chiave di volta dell’arco. Purtroppo, sono andate perdute le statue che un tempo decoravano le nicchie laterali, a forma di conchiglia.