Via Cappuccini, 121
Villa Benvenuti è una villa veneta di grande interesse storico e archeologico. Le prime testimonianze di utilizzo residenziale dell’area risalgono al XVI secolo, quando il mecenate e scrittore Alvise Corner vi realizzò un edificio. Nel XVIII secolo la proprietà passò alla nobile famiglia veneziana dei Farsetti, per poi essere acquistata nel XIX secolo dal medico e patriota veneziano Adolfo Benvenuti, da cui la villa prende il nome attuale. Il parco circostante fu progettato, o quantomeno ispirato, dallo stile di Giuseppe Jappelli. La villa è oggi uno dei siti archeologici più importanti di Este, grazie agli scavi condotti già alla fine del XIX secolo da Alessandro Prosdocimi, che portarono alla luce numerosi reperti dei Veneti antichi. Dopo un lungo periodo di abbandono, la villa è oggetto di un importante progetto di recupero promosso dall’Associazione Scauteste Onlus.
Storia Nel XVI secolo un colle sopra la città di Este fu ereditato da Alvise Cornaro, mecenate veneziano noto per il suo interesse per l’architettura. Cornaro fu responsabile della costruzione di Villa dei Vescovi a Luvigliano e della Loggia e Odeo Cornaro a Padova. Nelle sue proprietà della terraferma, promosse anche opere di bonifica. La residenza di Este, di dimensioni contenute, veniva utilizzata nei mesi primaverili e autunnali e ospitava personalità di spicco come il commediografo Angelo Beolco, detto il Ruzante. Tra gli interventi architettonici voluti da Cornaro vi fu la realizzazione dell’Arco del Falconetto, attribuito a Giovanni Maria Falconetto e costruito tra il 1522 e il 1523. Nei primi anni del XVIII secolo la villa passò ai nobili veneziani Farsetti, che ampliarono l’edificio e lo portarono alla conformazione attuale. Stampe e vedute dell’epoca mostrano l’aspetto della villa, con una scalinata che collegava l’Arco d’ingresso a una fontana a quadrifoglio situata in prossimità della residenza. Durante il periodo di transizione dalla caduta della Serenissima Repubblica di Venezia alla dominazione napoleonica e alla restaurazione austriaca, le notizie sulla villa diventano frammentarie. Intorno al 1840 la proprietà fu acquistata da Adolfo Benvenuti, che trasformò l’edificio conferendogli uno stile neoclassico. A lui si deve anche l’ampliamento del parco, progettato in stile romantico, probabilmente con il contributo di Giuseppe Jappelli. Tra il 1879 e il 1880, Alessandro Prosdocimi condusse scavi archeologici ai piedi del parco, portando alla luce una necropoli dei Veneti antichi, i cui reperti sono conservati presso il Museo Nazionale Atestino di Este. Nel 1918 la villa fu trasformata in orfanotrofio per bambine orfane della Prima Guerra Mondiale e affidata alla Congregazione delle Sorelle della Misericordia. Nel 1936 passò alla Pia Casa di Ricovero, poi divenuta Fondazione Santa Tecla. Dopo l’utilizzo come orfanotrofio, la villa fu temporaneamente impiegata come sede scolastica e parrocchiale, per poi essere chiusa e abbandonata, subendo un progressivo degrado. Nel 2011 l’Associazione Scauteste Onlus avviò un progetto di recupero della villa e del parco. Tra i primi interventi vi furono il restauro delle scuderie, della foresteria e delle fontane, tra cui il Ninfeo sul retro dell’edificio. La villa è ora parzialmente aperta al pubblico, in particolare durante la manifestazione florovivaistica "Este in fiore", ed è utilizzata per attività educative e naturalistiche rivolte a scuole, gruppi scout e associazioni giovanili.
Architettura Villa Benvenuti ha una pianta rettangolare con una partizione mediana sopraelevata, coronata da un timpano rettangolare. Il fronte principale presenta nove assi, con una trifora sul terrazzo e finestre del sottotetto ornate da cornici con ringhiere in ferro. I volumi laterali sono decorati con cornici a dentelli sotto gronda. L’ingresso al giardino è segnato dall’Arco del Falconetto, ideato da Giovanni Maria Falconetto e costruito in pietra di Nanto.
Sito archeologico Il giardino di Villa Benvenuti è uno dei principali siti archeologici del Veneto. Esso occupa una porzione di una necropoli dell’abitato dei Veneti antichi, situata tra i Colli Euganei e il ramo dell’Adige. Durante gli scavi ottocenteschi furono rinvenute numerose tombe preromane, i cui reperti, tra cui la celebre Situla Benvenuti, sono conservati nel Museo Nazionale Atestino. La situla, capolavoro dell’arte atestina, proviene dalla tomba "Benvenuti 126" e fu esposta nel 2013 nella mostra “Venetkens, viaggio nella terra dei Veneti antichi” a Padova.