Via S. Stefano, 13
L’area archeologica di Via Santo Stefano si trova in uno dei quartieri più antichi della città murata di Este ed è conosciuta anche come la Necropoli del Ricovero, in riferimento alla sua vicinanza alla storica struttura di ricovero per anziani. Questo sito rappresenta il più importante complesso archeologico legato alla civiltà dei Veneti antichi, che proprio a Este fondarono il loro primo insediamento stabile. La città divenne successivamente il centro principale di questa civiltà durante l’epoca preromana. La fondazione della necropoli risale all’età del ferro e la sua destinazione funeraria è rimasta attiva per diversi secoli. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce oltre 150 tombe, documentando l’utilizzo continuo dell’area cimiteriale dall’800 al 100 a.C. circa. Le sepolture hanno impegnato gli studiosi in un lungo e accurato lavoro di ricostruzione cronologica. L’area è oggi un sito archeologico di grande interesse, dove è possibile scoprire le origini e l’evoluzione della cultura dei Veneti antichi.
Gli scavi e la valorizzazione del sito Le prime indagini archeologiche nell’area risalgono alla fine del 1800, quando vennero rinvenute circa 120 tombe, preromane e romane. Questi ritrovamenti costituirono il nucleo iniziale del Museo Nazionale Atestino, dove molti reperti sono tuttora conservati. Successivamente, nuovi scavi condotti nel cortile della Casa di Ricovero di Este portarono alla luce importanti testimonianze, rivelando subito l’eccezionalità del sito. Nel 1983, lavori di ristrutturazione edilizia offrirono l’occasione di approfondire lo studio dell’area. Grazie all’applicazione di nuove metodologie e al riordino dei materiali raccolti, fu possibile verificare molte ipotesi avanzate dai pionieri dell’archeologia ottocentesca. I risultati hanno consentito di ricostruire con maggiore precisione le diverse fasi storiche della necropoli, identificando la sua evoluzione e le stratificazioni che documentano l’organizzazione sociale e culturale dei Veneti Antichi.
La storia della Necropoli dei Veneti antichi
La fase più antica (800 – 750 a.C.) Durante questa prima fase, le tombe erano caratterizzate da piccoli tumuli di terreno delimitati da circoli di pietre trachitiche. Ogni tumulo accoglieva una o due sepolture, con i resti cremati dei defunti collocati in contenitori di materiali deperibili o in cassette realizzate in scaglia rossa, proveniente dai Colli Euganei o in legno. Molte di queste tombe erano destinate a più individui, configurandosi come sepolture familiari.
La fase successiva (750 – 650 a.C.) In questo periodo la necropoli si ampliò, e le tombe vennero delimitate da grandi lastre di pietra. Una peculiarità di questa fase è che le strutture funerarie erano orientate verso il centro abitato, riflettendo il legame tra la comunità viva e i suoi defunti. Inoltre, l’organizzazione delle sepolture evidenzia un preciso ordine gerarchico, che indica la diversa importanza dei nuclei familiari.
Il cambiamento tra il 650 e il 500 a.C. Inizia una trasformazione radicale nell’organizzazione della necropoli. Nella parte settentrionale dell’area fu realizzato un grande tumulo monumentale, recintato con lastre di scaglia e cippi di trachite. Questo segnò un nuovo senso di monumentalità, accompagnato da una crescente complessità sociale, testimoniata anche dalle innovazioni nell’edilizia abitativa dell’epoca.
Dal 500 a.C. alle fasi successive Le sepolture si concentrarono nel settore sud-occidentale della necropoli, organizzate in nuclei con un orientamento uniforme. Le fasi successive sono state più difficili da ricostruire, a causa delle interferenze causate da tombe romane e da interventi successivi nell’area.
La tomba di Nerka Trostiaia Uno dei ritrovamenti più straordinari della necropoli è la tomba di Nerka Trostiaia, risalente ai primi decenni del periodo compreso tra il 300 e il 200 a.C. Si tratta di un sepolcro monumentale appartenente a una signora il cui ricco corredo funerario testimonia l’alto rango della defunta. Tra gli oggetti rinvenuti figurano preziosi ornamenti e manufatti, che sono stati restaurati e oggi sono esposti al Museo Nazionale Atestino.
La conservazione e il futuro dell’area archeologica Negli ultimi anni, si è scelto di sospendere gli scavi sui livelli superiori della necropoli al fine di preservare il contesto stratigrafico del sito. Questa decisione permette di mantenere intatta la lettura del “paesaggio” archeologico e di conservare la possibilità di effettuare future indagini con tecnologie e metodi ancora più avanzati.
Un viaggio nella storia di Este e dei Veneti antichi L’Area Archeologica di Via Santo Stefano offre un’immersione unica nella storia della civiltà dei Veneti Antichi, documentando non solo la loro evoluzione sociale e culturale, ma anche il rapporto con il mondo dei defunti, così intimamente legato alle trasformazioni della comunità viva. Questo sito è oggi un punto di riferimento per gli appassionati di archeologia e storia antica, un luogo dove il passato rivive attraverso i resti materiali e i racconti che essi ci restituiscono.