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Palazzo Mocenigo

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Palazzo Mocenigo

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Palazzo Mocenigo

Via G. Negri, 9/C

Palazzo Mocenigo fu eretto dai patrizi veneziani della famiglia Mocenigo alla fine del XVI secolo lungo il canale Sirone. La facciata principale incorpora un tratto delle antiche mura del Castello di Este, risalente al XIV secolo e di proprietà allora della stessa famiglia. Il castello, a sua volta, sorgeva nell’area della prima residenza feudale degli Estensi, datata 1056. Inizialmente, l’edificio si componeva di due corpi simmetrici disposti a L, ma l’ala sud-est venne distrutta da un incendio nel 1785. Oggi, pochi sono gli elementi originali ancora visibili. Al piano nobile, tre saloni conservano le volte affrescate, attribuite tradizionalmente a Giulio Carpioni (1611-1674), pittore veneto, mentre studi recenti sembrano mettere in discussione tale paternità. Gli affreschi presentano complesse quadrature architettoniche all’interno delle quali sono raffigurati putti, trionfi di frutta e fiori, e figure allegoriche che celebrano le virtù della famiglia Mocenigo. L’edificio si sviluppa su due piani e presenta, al piano nobile, finestre archivoltate con cornici in pietra rustica e balaustre in pietra. Dal 1902, Palazzo Mocenigo ospita il prezioso Museo Nazionale Atestino, una tappa imperdibile per gli amanti della storia e dell’arte.

Il Museo Nazionale Atestino Il Museo Nazionale Atestino rappresenta il principale punto di riferimento culturale per l’intero territorio euganeo, distinguendosi come una delle più importanti istituzioni archeologiche a livello regionale e nazionale. Le sue collezioni vantano reperti di straordinario valore, che testimoniano la storia e l’evoluzione delle civiltà che hanno popolato quest’area, spaziando dalla Protostoria al Medioevo. I reperti esposti provengono da scavi effettuati a partire dalla seconda metà del XIX secolo in diverse località, tra cui Este, Arquà Petrarca e i Colli Euganei, oltre che in tutta la Bassa Padovana. Fondato nel 1834 come Museo Civico, il primo nucleo della collezione era costituito da 89 lapidi romane donate alla comunità estense da due importanti cittadini: Isidoro Alessi, erudito, e il nobile Giorgio Contarini. La prima sede del museo si trovava presso l’oratorio di S. Maria dei Battuti, ma il crescente afflusso di materiali archeologici, legato ai primi ritrovamenti di tombe preromane, rese necessario un trasferimento. Divenuto statale nel 1887, il museo fu inaugurato nella prestigiosa sede di Palazzo Mocenigo nel 1902. ** L’esposizione attuale e il percorso tematico** L’allestimento del museo si sviluppa attraverso undici sale organizzate cronologicamente: Sala I: La preistoria di Este e del territorio circostante. Sala II: Gli insediamenti protostorici. Sala III: Le necropoli preromane e i riti funerari. Sala IV: I santuari preromani di Este. Sala V: Le necropoli protostoriche del territorio. Sala VI: Il processo di romanizzazione. Sala VII: La vita pubblica in età romana. Sala VIII: Le necropoli romane di Este. Sala IX: Attività quotidiane e commerci in età romana. Sala X: La vita privata in epoca romana. Sala XI: Testimonianze del Medioevo e dell’età moderna.

Il percorso di visita La visita inizia al piano nobile di Palazzo Mocenigo, impreziosito dai soffitti affrescati con allegorie che, celebrano le virtù e la gloria della famiglia Mocenigo, conferendo ulteriore prestigio agli spazi espositivi. Gli affreschi sono tradizionalmente attribuiti a Giulio Carpioni, celebre pittore veneto del Seicento, un’attribuzione tuttavia da verificare. 1. Preistoria e protostoria Le prime sale accompagnano i visitatori lungo un viaggio che ripercorre l’evoluzione della civiltà umana nell’area euganea, a partire dal Paleolitico inferiore (fino a 100.000 anni fa) fino all’età del Bronzo Finale (XI-IX sec. a.C.). Si possono ammirare strumenti litici, frammenti di ceramiche e numerosi manufatti in osso e metallo. Con l’età del Ferro, rappresentata da oggetti domestici e corredi tombali sempre più raffinati, si evidenziano i rapporti commerciali e culturali con altre popolazioni, come Etruschi, Celti e Greci. Tra i reperti più significativi spicca la Situla Benvenuti (VII sec. a.C.), uno straordinario contenitore funebre in bronzo decorato a sbalzo, che presenta una complessa narrazione suddivisa in tre fasce. Sebbene il significato completo della scena sia ancora oggetto di studio, l’opera dimostra l’esistenza di un’aristocrazia locale comparabile a quella dell’Etruria. Altre testimonianze rilevanti provengono dai santuari extraurbani di Este, tra cui quello dedicato alla dea Reitia, il più frequentato, situato a sud-est della città.

2. La romanizzazione dell’Agro Atestino e l’età romana Il piano terra del museo documenta la fase di romanizzazione del territorio. Le sale ospitano numerosi reperti funerari, tra cui tombe monumentali ed epigrafi appartenenti ai veterani delle legioni romane che, durante l’epoca augustea, ricevettero terre nella centuriazione atestina. Tra gli oggetti più curiosi, si trovano strumenti di lavoro, iscrizioni legate alla vita quotidiana, cippi confinari e fregi provenienti dal santuario dedicato ai Dioscuri. Di particolare rilievo è il soffitto affrescato della Domus Albrizzi, un unicum nell’Italia settentrionale per dimensioni e stato di conservazione.

3. Il Medioevo e l’età moderna Il percorso si conclude con una sezione dedicata ai periodi medievale e moderno. Tra i reperti di maggior pregio si trovano armi rinascimentali e ceramiche realizzate tra il XVII e il XIX secolo, che testimoniano la lunga tradizione ceramica di Este. La sala finale custodisce uno dei tesori più preziosi del museo: la Madonna con Bambino di Cima da Conegliano (1504), un’opera di eccezionale valore artistico originariamente conservata nella Chiesa di Santa Maria delle Consolazioni. Il dipinto, trasferito al museo nel 1975 per ragioni di sicurezza, rappresenta il perfetto coronamento di un percorso che unisce archeologia, storia e arte.